Il metodo Suzuki nasce da una felice sintesi fra la cultura occidentale e la sensibilità orientale. Il segreto del suo successo risiede nella fiducia che ha nell’uomo il Maestro Suzuki. E’ stato l’uomo l’ispirazione del suo metodo, fondato sul meccanismo di apprendimento della madre lingua. Suzuki si trovava in Germania per studiare ed osservò con stupore come tutti i bambini parlassero con tranquillità e dimestichezza il tedesco che era per lui, adulto e studente, tanto difficile da apprendere e da usare..
I “geni” sono persone che hanno percezioni particolari e vedono nelle cose normali aspetti che le persone comuni non vedono. Per la gente comune la caduta di una mela è un fatto normale, per Newton fu la prova di una legge che governa l’universo. Per la gente comune il parlare di un bambino è un fatto ordinario, per Suzuki fu una “cosa meravigliosa”: egli iniziò così a studiare il motivo per cui, pur nello stadio di apprendimento, un bambino riesce a parlare correntemente la lingua madre (tremila vocaboli al secondo anno di vita). L’uomo quando nasce è caratterizzato da una certa carica vitale, da una forza che animerà le sue facoltà; nessuno può dire quanto abile sia l’uomo per natura. Il talento si conosce solo nella misura in cui viene sviluppato o sciupato.
Alla luce di queste osservazioni Suzuki giunse alla conclusione che in ogni individuo vi è del “genio” o che ognuno ha la possibilità di “apprendere al massimo grado” (sempre che non sia impedito da menomazioni fisiche e mentali). Infatti vi sono stati in Giappone casi di allievi mediocri divenuti eccellenti e talvolta addirittura eccezionali.
Ogni pedagogo dovrebbe sempre ricordare questa “facoltà di apprendimento al massimo grado” presente in ogni individuo.
Suzuki indagò quindi i meccanismi di apprendimento della madre lingua. Il suo metodo si basa sulla convinzione che i bambini, così come imparano a parlare per imitazione, allo stesso modo possano apprendere il linguaggio musicale e l’utilizzo di uno strumento, arrivando già in tenera età a suonare ad un buon livello e a fare parte di piccole orchestre.
Il metodo fu importato in Italia da Antonio e Lee Mosca negli anni ’70. Nel corso degli anni questo metodo ha portato alla creazione di molte scuole su tutto il territorio nazionale.
La finalità dei corsi secondo il metodo Suzuki è quella di dare ai bambini l’opportunità di imparare a suonare senza porre come obiettivo la professione di musicista, molti allievi decidono poi di proseguire gli studi nelle strutture tradizionali quali i conservatori. Tale realtà è riscontrabile anche sul territorio locale.
I corsi strumentali, rivolti a bambini da 3 a 16 anni, prevedono l’insegnamento di :
- ritmica strumentale
- violino
- violoncello
- contrabbasso
- orchestra